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Abe trionfa a Tokyo. La Bce prepara i tagli, occhio a Fed e Bankitalia

Con il Nikkei alle stelle, la settimana si apre con l’attesa per le decisioni sulle banche centrali mentre la situazione catalana tiene l’euro sotto pressione. In Cina frena il mattone e i listini entrano in tensione. Oltre agli appuntamenti macro, la settimana sarà dominata dal via alle trimestrali: oggi Italgas Luxottica e Saipem, domani Fca. Venerdì Mps e il ritorno al listino. A Wall Street è l’ora delle corporate della tecnologia

Partenza a razzo della settimana finanziaria, dominata dall’attesa delle prossime decisioni della Bce e dalle imminenti nomine ai vertici delle banche centrali, dalla Fed a Banca d’Italia. 
   
Chi ha messo una solida ipoteca sulla riconferma è senz’altro Haruhiko Kuroda, il governatore della Banca centrale giapponese, fedele esecutore della politica monetaria del premier Shinzo Abe che ha stravinto le elezioni, assicurandosi una maggioranza di oltre i due terzi del Parlamento. Ora Abe avrà le mani libere per la modifica della Costituzione e, di riflesso, per il riarmo delle forze armate. A garantire i fondi ci penserà lo stesso Abe, pronto ad imprimere una nuova accelerazione al Quantitative Easing.  
 
PER IL NIKKEI 15 RIALZI DI FILA: E’ RECORD ASSOLUTO 

Non stupisce in questo quadro la conferma del rialzo della Borsa di Tokyo +1,2%, in progresso da 15 sedute di fila, nuovo record assoluto che ha spinto l’indice Nikkei a nuovi massimi dal 1996. In calo lo yen non solo sul dollaro ma anche nei confronti dell’euro. Modeste le variazioni degli altri listini dell’area Asia Pacific: piatta 11 la Borsa di Seoul, Sidney +0,1% frenata dal tonfo dei titoli auriferi: la ripresa della fiducia ha provocato un calo dei prezzi dell’oro (1.257 dollari l’oncia). 
 
 FRENA IL MATTONE CINESE.  L’HOTEL DELLE ROLLS PERDE IL 52%.  
 
Arretrano i listini cinesi: la Borsa di Hong Kong perde lo 0,9%, l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen, perde lo 0,1% 
Da segnalare la frenata dell’aumento dei prezzi del mercato immobiliare, la variazione più bassa da 17 mesi. La corsa del mattone rallenta soprattutto a Pechino (-0,5% rispetto ad un anno fa) e Shanghai (addirittura -1%). Intanto il governatore della People Bank of China Zhou Xiaochuan, il più longevo tra i banchieri centrali (è in carica dal 2002), ha agitato l’atmosfera lanciando il monito sul rischio di un “Minsky moment”, ovvero dello scoppio della bolla cinese, sotto la pressione dei debiti. Impressiona in questa cornice il tonfo di Zhouzhou, leader del settore ferroviario, che ha lasciato sul terreno ad Hong Kong l’8% dopo aver annunciato venerdì, a Borse chiuse, una caduta del 20 % dei profitti. Da Guinness dei primati, sempre ad Hong Kong, il tracollo di 13 Holding: -51,7% dopo il varo di un’operazione sul capitale necessaria per completare il più lussuoso hotel di Macau, già famoso per la sua flotta di 30 Rolls Royce Phantom, la più numerosa del mondo. 
 Petrolio sotto tensione: Brent in ascesa a 57,91 dollari al barile, Wti a 52,12. Le tensioni in Kurdistan stanno frenando l’export di greggio nella regione.  
 
MADRID COMMISSARIA LA CATALOGNA: EURO  A 1,175 

In Europa l’euro si svaluta, a 1,175 su dollaro, anche per effetto della notizia dello scioglimento del governo catalano da parte delle autorità centrali spagnole.?I poteri del presidente della regione saranno assunti dal premier Mariano Rajoy, attraverso un suo rappresentante. Saranno convocate elezioni anticipate. Anche se formalmente la proclamazione dell’indipendenza non c’è stata, il Governo di Madrid ha invocato l’articolo 155 della Costituzione. La procedura prevede ora che il provvedimento di Madrid sia approvato dal Senato, dove il Partito popolare ha la maggioranza dei voti. Si prevede che il presidente Puidgemont sia rimosso dall’incarico, insieme all’amministrazione regionale. L’assemblea catalana resterà invece in carica.
 
BCE, GIOVEDI’ IL TAGLIO DEGLI ACQUISTI    
 
 L’appuntamento clou per la finanza europea è fissato per giovedì quando si terrà il direttorio della Banca Centrale Europea da cui usciranno le nuove linee di politica monetaria per l’anno prossimo. La previsione unanime è che Mario Draghi darà il via alla riduzione, molto graduale, degli acquisti di titoli. Secondo un sondaggio condotto da Bloomberg tra 57 economisti l’entità potrebbe scendere tra i 35 e i 30 miliardi, protraendo gli acquisti a settembre 2018, dal dicembre di quest’anno attualmente previsto.   Altri prevedono tagli più robusti agli acquisti (fino a 20 miliardi mese) ma anche l’allungamento del programma per tutto l’anno. 
I banchieri dovranno tener conto, nelle loro decisioni, del rischio implicito nell’aggravarsi della crisi catalana che potrebbe provocare grossi squilibri nell’Eurozona, obbligando l’istituto ad iniezioni di liquidità non previste. Per ora, peraltro, il rischio secessione non ha provocato grossi scossoni sui Bonos.  
 
D-DAY IN VISTA PER BANCA D’ITALIA. AL VIA LE ASTE DEL TESORO 
 
A Francoforte l’osservato speciale sarà Ignazio Visco, a meno che il governatore uscente (ma non dimissionario) non venga sostituito prima. Senza scartare l’ipotesi, poco gettonata dai bookmaker, di una conferma. 
In questa situazione ad alta tensione il Tesoro si accinge ad affrontare le aste di fine mese, Si comincerà giovedì con le emissioni di Ctz e Btpei (e l’annuncio dei quantitativi dei titoli a medio-lungo termine), venerdì toccherà ai Bot. Si avvicina intanto l’emissione del Btp Italia, durata 6 anni, prevista per il 13 novembre. 
 
Venerdì arriverà, a Borsa chiusa, l’aggiornamento del rating Italia di Standard & Poor’s.  
 
 OGGI CDA DI ITALGAS E LUXOTTICA. DOMANI FCA E SAIPEM 
 
Nel frattempo l’agenda societaria si annuncia molto ricca sia in Italia che nel resto d’Europa e negli Usa. 
Secondo le previsioni, gli utili delle società quotate d Pizza Affari dovrebbero toccare nel terzo trimestre gli 8 miliardi.  
In Europa i profitti dovrebbero segnalare in media un rialzo del 4,5% rispetto al trimestre precedente.  La performance settimanale delle Borse europee vede i principali indici invariati, solo Madrid registra un -0,5% come a dire che né la crisi Catalana né l’inquietudine italiana sui nuovi parametri di contabilizzazione delle sofferenze bancarie hanno impensierito i mercati. 

IN SETTIMANA ANCHE I CONTI DI MEDIOBANCA E DI MPS
 

Oggi si terranno i cda per le trimestrali di Italgas, Luxottica e Saipem (i dati saranno resi noti nella mattinata di martedì). 
Domani toccherà a Fiat Chrysler in una settimana ricca di appuntamenti per l’auto. In Usa saranno comunicati i risultati di Ford e Gm. Venerdì toccherà a Volkswagen. 
Giovedì sarà la volta di Mediobanca e Stm. 
Venerdì infine, saranno comunicati i conti di Eni (in contemporanea con Total e l’americana Chevron) . 
La settimana si chiuderà con la trimestrale di Monte Paschi, alla vigilia della riammissione in Piazza Affari prevista per lunedì 30. 
Secondo le previsioni, gli utili delle società quotate d Pizza Affari dovrebbero toccare nel terzo trimestre gli 8 miliardi. 
 
PHILIPS DIVENTA UN TITOLO DELLA SALUTE  

In Europa i profitti dovrebbero segnalare in media un rialzo del 4,5% rispetto al trimestre precedente. Da segnalare oggi l’esordio dei conti di Philips nel settore healthcare. La Borsa svizzera ha deciso di spostare il titolo del colosso olandese dal comparto elettronico a quello degli apparecchi biomedicali dopo l’acquisto di Spectranetics, una società Usa che si opera di apparecchiature cardiovascolari. Da inizio anno l’azione Philips guadagna il 30% circa.  
 
  La performance settimanale delle Borse europee vede i principali indici invariati, solo Madrid registra un -0,5% come a dire che né la crisi Catalana né l’inquietudine italiana sui nuovi parametri di contabilizzazione delle sofferenze bancarie hanno impensierito i mercati.
 
FED: TESTA A TESTA TRA TAYLOR E POWELL 

Sarà anche con ogni probabilità la settimana decisiva per la scelta del successore di Janet Yellen che, secondo quanto dichiarato dallo stesso presidente Donald Trump,  “potrebbe essere confermata perché mi piace molto”. Ma sono in pochi a crederci. “Sono indeciso – ha detto sempre Trump – tra due candidati”, ovvero il falco John Taylor e la colomba Jerome Powell, la più gradita a Wall Street. Ma, parola del ministro del Tesoro Steve Mnuchin, la sorte prossima della Borsa non dipenderà tanto dai tassi quanto dalla riforma fiscale. Trump, nel week end, ha promesso che ritoccherà al rialzo le aliquote dei più ricchi: chissà. 
 
GLI URAGANI FRENANO I CONTI DELLA CORPORATE USA 
 
Settimana intensa anche per la Corporate America che riparte dai massimi di Wall Street segnati venerdì. Ma sulle trimestrali, nota Reuter, incombono i danni degli uragani e del terremoto messicano dell’estate scorsa. La metà circa delle aziende che hanno già comunicato i risultati (tra cui Harley Davidson, Costco e Delta Airlines) hanno annunciato di aver ridotto le stime dopo gli uragani. Per le società di riassicurazione si prevede un calo dei profitti del 63% circa rispetto al trimestre precedente. 
 
 
 TECH ALLA RIBALTA: TRIMESTRALI PER 2 TRILIONI DI DOLLARI 

Al centro delle attenzioni di Wall Street non ci saranno però gli uragani bensì le trimestrali di una buona parte dei Big della tecnologia, per una capitalizzazione complessiva di 2 mila miliardi di dollari. 
 
La sfilata dei conti prevede Amazon, alla prova dei numeri dopo l’acquisto di Whole Foods, la catena di supermercati.  Sotto esame anche Nicrosoft, Intel e Alphabet, sotto esame dopo l’acquisto del produttore taiwanese di smartphone Htc.    
 

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