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Assolombarda vuol far contare di più il Nord in Confindustria e sul Sole

Le due novità lanciate dal nuovo presidente dell’Assolombarda, Carlo Bonomi, sono destinate a lasciare il segno: patto di consultazione di tutte le organizzazioni degli industriali del Nord per pesare di più su Confindustria e disponibilità a salvare Il Sole 24 Ore.

Gianfelice Rocca ha voluto passare il testimone della più grande associazione confindustriale nella cornice dorata dai velluti rossi della Scala per sottolineare che l’unità organizzativa raggiunta con le imprese di Monza e della Brianza non dava a via Pantano alcuna egemonia se non quella di una forza ritrovata, capace di incidere sia sui problemi del Nord che sui destini di viale dell’Astronomia mai così opachi, appannati e di scarso peso come di questi tempi. Chi ha assistito all’assemblea di lunedì ha potuto marcare la novità del suo successore.

Carlo Bonomi nell’indirizzo di saluto alla platea dei colleghi ha messo due punti fermi del proprio impegnativo programma: punti sui quali ha chiamato a raccolta la forza e la determinazione delle oltre 8000 aziende associate.

Il primo. Il nuovo Presidente ha annunciato di voler aggregare le territoriali confindustriali del Nord per forzare ad una consultazione non formale la Confindustria sui temi più delicati dello sviluppo e dell’allargamento della base produttiva. Non è una novità se dietro il progetto di Bonomi ci fosse nuovo ossigeno per le Federazioni regionali così come le abbiamo conosciute negli ultimi decenni: organismi privi di potere reale, capaci di produrre qualche risultato solo su delega delle territoriali più forti ma tenute a sovranità limitata, utili per appiccicare un distintivo presidenziale all’imprenditore di turno chiamato a ricoprire quella carica. Nel Veneto, poi, si aggiunge al biglietto da visita, una volta l’anno, il palcoscenico mondano-televisivo del Premio Campiello.

C’è stato un tempo (tra il 1994 ed il 1995) che i Presidenti delle Federazioni regionali del Nord (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) in assoluto silenzio strinsero un patto per garantire ad uno di loro una presenza non onorifica ai vertici della Confindustria. Fu così che un documento unitario ed una candidatura forte portarono Guidalberto Guidi alla Vicepresidenza. La cosa sorprese e non piacque alle burocrazie associative di alcune territoriali che, statuti alla mano, ripresero saldamente nelle proprie redini i destini (soprattutto economici) delle istanze regionali. Più che altrove in Lombardia.

Oggi, da Assolombarda, parte ufficialmente la novità di un progetto concreto per dare vita ad una consultazione estesa a tutte le associate dell’intero Nord in modo da costituire, senza orpelli organizzativi e burocratici, un livello di consultazione e di pressione che non potrà fare che del bene alle imprese e alla stessa Confindustra.

La seconda sfida è quella indirizzata al futuro del Sole 24 Ore. Carlo Bonomi non si è dilungato sulla nota e delicata situazione finanziaria del giornale e sulla assoluta necessità di iniettare nell’editrice non meno di 80 milioni di euro. Il nuovo Presidente non ha assunto nessun atteggiamento accusatorio sui disastri accumulati da Consigli di Amministrazione contesi per molto tempo da imprenditori più o meno à la page. Nessuna accusa. Nessun processo (almeno per ora). Ma una precisa volontà di dichiarare la disponibilità ad intervenire mettendo mano al portafoglio.. “ se chiamati”.

In quel momento con la disponibilità della cassaforte di via Pantano si potranno fare i conti e mettere nero su bianco i nuovi assetti del giornale. Applausi numerosi dalla platea e dai palchi della Scala. Impenetrabile e pallido il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. Calmo e soddisfatto Giorgio Fossa che da mesi tesse la tela per restituire al Sole 24 Ore tranquillità ed autorevolezza.

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